Concluso il “Grande Progetto Pompei”

Proprio ieri, 4 ottobre 2023, si è concluso con grande successo il “Grande Progetto Pompei” che ha previsto nell’arco di 10 anni un finanziamento di oltre 78 milioni di euro da parte del Fondo europeo di sviluppo regionale per il restauro del sito archeologico di Pompei.

Con l’ausilio dei 78 milioni di euro ricevuti dal FESR, insieme all’aggiunta di numerosi altri finanziamenti per un totale di 105 milioni di euro, sono stati restaurati ben 70 edifici. Non solo sono state messe in sicurezza molte delle strutture, prima a rischio di crollo a causa degli eventi metereologici imprevisti, ma per di più è stato creato un percorso di oltre 4 km con l’obiettivo di rendere possibile la visita di oltre 40 ettari del sito anche a persone con ridotta mobilità.

È stato proprio a causa dell’instabilità e del crollo di alcuni edifici nel 2010 che il progetto di restauro è stato approvato dalla Commissione europea nel 2012, affinché il sito, che per mancanza di manutenzione e per una serie di eventi metereologici, potesse ampliare la zona visitabile che all’epoca prevedeva solo 5 delle 60 domus presenti.

Oltre a tutto questo, Pompei non manca di riservare sorprese! Infatti, grazie a questi importantissimi fondi si è riusciti a ripulire la zona da tonnellate di materiali come pietra, ceneri e terra, facendo riemergere 1200 reperti circa e 170 nuovi oggetti e frammenti. D’altronde, sebbene la tragica eruzione del Vesuvio del 79 d.C abbia spazzato via la vita di tutta la cittadinanza, questa con le sue ceneri ha permesso a noi posteri il vantaggio di poter osservare una città che è rimasta come congelata e che si è conservata tale e quale dall’epoca romana fino ai giorni nostri. Questo ci ha consentito non solo di intravedere uno scorcio estetico dell’Antica Roma, ma anche di poter comprendere al meglio quale poteva essere la vita quotidiana di un Pompeiano.

Senza dubbio, i grandi finanziamenti hanno avuto anche un grosso impatto sul numero dei visitatori che nel 2019 è arrivato a toccare addirittura i 4 milioni, dimostrando - se prima non fosse stato abbastanza chiaro – quanto la cultura possa influenzare e contribuire allo sviluppo economico.