DOSSIER MIGRAZIONI: NON FINANZIEREMO MURI ALLE FRONTIERE

Il finanziamento e l'attuazione dei piani d'azione con i Paesi terzi, in particolare "col finanziamento di azioni su tutte le rotte", "un controllo efficace delle frontiere esterne", oltre al tema dei "movimenti secondari", sono tra i punti centrali della discussione sul dossier migrazione al vertice dei leader Ue dello scorso 22 ottobre.

 

La discussione sul dossier tra i leader Ue si è fatta tesa su vari punti della bozza, che è stata riscritta; tre i nodi principali:

le azioni della Bielorussia contro le frontiere Ue,

i movimenti secondari

i finanziamenti per i piani di azione con i Paesi terzi.

In particolare, dove prima si faceva solo un riferimento generico agli attacchi ibridi, ora viene citata la Bielorussia, con possibili "misure restrittive aggiuntive".

Uno dei temi cari all'Italia, quello sui movimenti secondari - - si fa riferimento "all'equilibrio tra solidarietà e responsabilità".

La questione dei muri alle frontiere ha tenuto banco alla riunione dei leader Ue e si è protratta su particolari del tipo se il filo spinato possa essere considerato una barriera e se possa essere finanziato con i fondi comunitari.

Il premier Mario Draghi dopo il Consiglio Ue, ha affermato:

"Sono molto soddisfatto di come si è conclusa la discussione" sui migranti.

Il testo originario parlava solo di movimento secondari senza il punto dell'equilibrio tra responsabilità e solidarietà.

Il più importante quadro legale sul quale dobbiamo fare progressi è il Patto sulla migrazione e l'asilo, per una strana eterogenesi dei fini quello che doveva essere un paragrafo sul finanziamento dei muri non contiene questa possibilità, ma ha aperto uno spiraglio sulla discussione sul Patto di asilo e di migrazione, ferma da un anno".

"Non è vero" che c'è un'apertura dell'Ue al finanziamento dei muri sulle frontiere esterne. Il premier ha in seguito sottolineato che:

"La commissione non è d'accordo e al Consiglio europeo in tanti non sono d'accordo, compresi noi, bisogna riflettere sul tema migrazioni, la discussione ha chiarito qual è il motivo per cui alcuni Paesi vogliono cambiare Schengen. Quanto più debole è la protezione delle nostre frontiere esterne, tanto più forte è la tentazione di limitare i movimenti interni all'Ue", ha aggiunto.

Quello delle migrazioni "ormai è un problema di tutti, non ha senso privilegiare un Paese o una rotta - ha concluso il Draghi -. Sui rimpatri e le riammissioni occorre che l'Ue agisca tutta insieme".

Dal canto suo, la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha detto:

"Sono stata molto chiara: non ci sarà alcun finanziamento di filo spinato e di muri".