Intelligenza artificiale: una strategia europea

Con la pubblicazione, in data 7 dicembre 2018, di un piano coordinato dalla Commissione Europea, gli Stati membri, insieme anche a Norvegia e Svizzera, hanno dato inizio alla promozione per lo sviluppo e l’utilizzo dell’Intelligenza Artificiale.

Che cosa intendiamo quando parliamo di Intelligenza Artificiale? Non si tratta di robotica di ultima generazione, ma di quei sistemi elaborati e programmati per avere una certa sensibilità, un’intelligenza appunto, nei confronti dell’ambiente e della salute, in grado di lavorare e ottenere risultati in maniera autonoma.

Questa intelligenza artificiale può operare in diversi settori: dal risparmio energetico garantito da un termostato intelligente, all’aiuto nelle diagnosi di tumori o malattie della pelle attraverso degli algoritmi.

Tutto ciò è possibile grazie alla capacità di interpretazione dei dati che l’intelligenza artificiale è in grado di effettuare (come ad esempio capire il livello di funzionamento di una macchina per stabilirne il bisogno di manutenzione) e dell’offerta di soluzioni in grado di migliorare prodotti e modelli aziendali nella maggior parte dei settori.

Un’innovazione che affascina ma che allo stesso tempo spaventa: davanti all’intelligenza artificiale, infatti, l’uomo non può che temere per il proprio futuro lavorativo, che viene visto inevitabilmente come minacciato dalle macchine. Per questo motivo, la Commissione Europea ha pubblicato una Strategia per una Intelligenza Artificiale di tipo Antropocentrica, ovvero che metta in primo piano l’umanità e le persone, e che venga percepita non come una sostituzione ma come un prezioso aiuto nel miglioramento della vita.

L’obiettivo principale della Commissione era quello di creare una forte Intelligenza Artificiale dall’identità europea, creando un piano coordinato ben strutturato e che garantisse una stretta collaborazione e un serio impegno da parte degli Stati membri. Il 7 dicembre, dopo mesi e mesi di riunioni, è stato quindi creato un piano coordinato in grado di individuare le azioni comuni e gli investimenti di tutti gli Stati, che riguardano settori disparati: dall’assistenza sanitaria alla sicurezza, dall’energia alla mobilità.

Oltre alla Comunicazione della Commissione, il piano è costituito anche da un altro documento, che rappresenta il piano vero e proprio, e che dovrà essere approvato dal Consiglio europeo.