La serie tv dell'anno è europea

Siamo a poco più di metà anno ma è già stata eletta quella che per ora sembra essere la serie tv dell’anno. E’ Chernobyl, la serie tv prodotta da Sky e da HBO è una co-produzione USA-Europa che presenta diversi attori europei. La media dei suoi spettatori raggiunge addirittura la cifra di 1 milione 224 mila spettatori che durante le puntate sono aumentati. Essa è stata definita la serie europea di Sky più vista di sempre e si pone al quarto posto, dietro a produzioni italiane di Sky,“Gomorra – La serie” e “The Young Pope” e alla serie HBO chiusa di recente “Il Trono di Spade”.

Chernobyl è una miniserie formata da 5 episodi il cui finale è stato accompagnato in onda dallo speciale “The Real Chernobyl”, il documentario prodotto da Sky News che mette al centro i racconti in prima persona dei cittadini ucraini che vissero direttamente quell’orribile giorno, tra cui anche il vicedirettore della centrale al momento dell’esplosione.

La serie è disponibile su Sky e NOW TV e ieri è stato mandato in onda l’ultimo episodio che è stato visto da quasi 600 mila spettatori medi; ed ha fatto aumentare il turismo in Ucraina del 40%. Pensata da Craig Mazin, diretta da Johan Renck è riuscita ad incuriosire molte persone ed impressionare molti spettatori. La serie non narra solo della vicenda nuda e cruda ma narra anche del conflitto fra realtà e apparenza, verità e bugia, su cui per anni il governo si era mosso per mantenere intatta la sola immagine rimandata al mondo e ai suoi stessi cittadini.

HBO prova a raccontare tutto questo, partendo dal disastro di quel 26 aprile fino al processo avvenuto un anno dopo, con tutte le ricerche, gli orrori e le tragiche scoperte del caso, in una miniserie magistrale e dall’enorme impatto.

Lo scopo della serie è metterci tutti sullo stesso piano e farci capire cosa sia successo, come funziona una centrale nucleare, come funziona un reattore RBMK e quali possono essere le conseguenze dell’esplosione di un nocciolo nucleare di quel tipo.

Questa serie è umana. E’ rispettosa ma decisa. E’ un’autopsia del passato che però racconta anche di quanto un sistema basato sulle menzogne e sulla repressione possa portare al peggio.

«Qual è il prezzo delle bugie?». «Ogni bugia che pronunciamo comporta un debito verso la verità. Presto o tardi, quel debito sarà ripagato»

Dopo cinque anni di ricerche da parte di Mazin, Chernobyl arriva in un momento storico in cui la cronaca di quella notte e i successivi sviluppi hanno un eco simbolico nella nostra quotidianità; perché il racconto arriva in un’epoca caratterizzata da fake news e ideologie contrastanti in cui la voglia di potere è tanta e le bugie per ottenerlo non sono idee così lontane.